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Quando abbiamo perso il nostro quarto figlio Giacomo, alla fine dell’ottavo mese di gravidanza mi è sembrato di impazzire. Non ne trovavo il senso. Non capivo quale fosse il motivo. Mi chiedevo perché proprio a noi.
In questo frangente mi sono riavvicinata allo yoga, che non praticavo da un po’ di tempo.
Le risposte non le ho trovate. Semplicemente perché non aveva senso porsele. Ma ho acquisito una consapevolezza più alta che mi ha permesso e mi permette ancora oggi di vivere con serenità tutto quello che la vita mi offre. Che sia bello o brutto.
È Ishvarapranidhana, la capacità di festeggiare il fatto di essere vivi e di arrendersi ( in inglese si usa un termine meravigliosamente calzante, surrender) alla vita e alla forza creatrice.
Ho scelto balasana, la posizione del bambino, con le mani in namaskara mudra per rappresentare il mio preferito tra tutti gli Yama e i Niyama.