Venerdì sera Max era ad Amburgo per tenere il suo primo seminario all’estero di Aikido. Così l’ho sostituito a Yoga.
Durante la seconda ora, dedicata a Virabhadrasana, mi sono soffermata sulla figura di Shiva. Nella Trimurti Shiva rappresenta la distruzione. Brahma è il creatore, Vishnu il conservatore e Shiva il distruttore. Tuttavia la figura di Shiva è profondamente affascinante (e per questo è, forse, la divinità indiana più seguita). Tipico della tradizione e del modo di vedere e vivere la vita dell’induismo, Shiva è sì il distruttore ma, proprio in virtù di questo suo ruolo, è anche colui che permette la rinascita, il cambiamento, la ri-creazione. E’ colui che spazza via il vecchio, tutto ciò che non serve più, che non permette di andare avanti e di evolversi per far nascere il nuovo.
E’ un momento doloroso, non ci sono dubbi. Lasciar andare il passato, il vecchio, quello che ci frena e che non ci permette di andare avanti ci porta fuori dalla nostra zona di comfort, quella nella quale ci sentiamo tranquilli, protetti e al sicuro. Ma è solo fuori dalla nostra zona di comfort che succedono i cambiamenti, che ci si evolve.
Quante volte è capitato di trovarsi in una situazione di stallo, dalla quale non si aveva il coraggio di uscire per paura di quello che sarebbe capitato dopo? Decidere di non fare nulla e rimanere nello status quo è stare nella cosiddetta zona di comfort, che quasi sempre di comfort non è. Il cambiamento richiede coraggio, spesso richiede anche di caricarsi di una colpa, quella della distruzione, ma se si ha il coraggio di fare quel passo ci si trova davanti all’infinito.