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Ancora sospesa nella mia bolla di felicità, ripenso al corso di formazione insegnanti yoga che si è appena concluso. Non è il primo che teniamo, di insegnanti ne abbiamo già formati una trentina in questi anni. Ma è il primo che ho tenuto da sola, o meglio che ho gestito da sola, affiancata nell’insegnamento da Claudia e Michele, impagabili e preziosi. La formula del full immersion è particolare. Senza accorgertene ti ritrovi a fare yoga anche mentre dormi, tanto ti entra nel corpo, nella mente e nell’anima. E alla fine del percorso mi ritrovo a chiedermi se sono riuscita a trasmettere tutto quello che volevo, a dare tutto quello che potevo.
Ritorno con la mente al primo giorno, alcune facce guardinghe, altre già aperte e pronte. Ripenso a quelle di stamattina, con gli occhi rossi e le lacrime che fanno capolino mentre ci salutiamo, mentre si salutano. A vederli ora non lo diresti proprio che non si conoscevano.
Ho chiesto loro tanto. Ho chiesto l’attenzione al corpo, alla postura, all’allineamento del corpo, ai muscoli, grazie alla precisione e alla bravura di Claudia. E quando ci sono arrivati gli ho tolto tutto.
-Ecco. Oggi vorrei che tralasciaste il gesto e apriste il vostro cuore, ascoltando la vostra parte più tenera da dove tutto si muove.
E loro mi hanno dato tutto. Mi hanno aperto il loro cuore, senza paura, senza barriere.
E poi gli ho chiesto l’impegno fisico, quello che supera la fatica e il dolore per arrivare oltre, dove tutto si unisce in un unico grande respiro che tutto muove. Emozioni e corpi. E loro mi hanno seguito attraverso i 108 Surya Namaskar. Sorridenti, felici, aperti e sudati. Molto sudati.
Gli ho chiesto di lavorare con l’imperturbabile Michele sull’attaccamento e sulla consapevolezza, sulla mente che è oggetto ma anche soggetto, sulle tigri e sulle pecore. E sul bramacharia.
E mentre i giorni passavano ho visto visi sbocciare, cuori aprirsi, amore scorrere, amicizie nascere in un meraviglioso fluire di empatia, fatta di tutto, cose belle e cose più difficili da affrontare, nella meravigliosa ma difficile scoperta dei propri limiti e della propria grandezza. E il mio lavoro ha un senso. Grazie ragazzi. Namaste.