Siamo arrivati alla fine. È stato breve, ma mi sembra di essere qui da sempre. Sono contenta di tornare dalla mia famiglia, eppure sento già la mancanza dei clacson, delle mucche per strada, delle scimmie che si sporgono dai tetti delle case, di girare per strada e non capire nulla, della pratica di Parnayama con Sheetal, dell’ora di filosofia con Sheetal, delle pratiche mattutine sudate e sofferte, con Rameshji, della nostra nuova famiglia indiana. Sto per chiudere la valigia, tra un paio d’ore arriverà un furgoncino a ritirarci per portarci a Bangalore. Alla fine della lezione di questa sera Rameshji ci ha consegnato un diploma. Abbiamo frequentato un corso di formazione di Hatha Yoga Avanzato da 50 ore. Non lo sapevo. Non mi aspettavo il diploma, non mi aspettavo il sacchettino pieno di dolcetti indiani, non mi aspettavo la statuetta di Ganesha impacchettata come un regalo prezioso, ma mi aspettavo il nodo in gola al momento dei saluti e la tristezza di oensare che domattina non ci sarà più lezione.
Sono stati 15 giorni intensi che credo mi abbiano un po’ cambiata. Solo il rientro dirà quanto. Questa sera, quando abbiamo fatto l’ultima classe di adjustment, avevamo deciso di lavorare su Hanumanasana, la posizione del dio dalle fattezze di scimmia. Arrivati alla Shala, la lezione precedente non è ancora finita così ci mettiamo ad aspettare sul terrazzino. In un istante ci ritroviamo circondati da scimmie curiose che ci studiano, sperando probabilmente di ricevere qualcosa da mangiare. Ne arriva una con l’aria particolarmente prepotente. Uhm, non ha solo l’aria da prepotente. Con aria di sfida tira fuori dei denti impressionanti e cerca di farsi grossa, come se volesse mostrare i muscoli. Corriamo dentro la Shala e chiudiamo. Rameshji cerca di mandarla via ma la scimmia, invece di scappare si appende alle inferriate della finestra. Facciamo lezione, lavorando su Hanumansana, con la scimmia incazzosa fuori dalla porta. Grazie India.