La pratica di ieri sera è stata proprio bella, ma bella bella bella. Dall’anno scorso chiedo a Rameshji se ha la chart della sua pratica, così ieri ha deciso di fotografare ogni asana da dare a chi la produrrà. Con la scusa della necessità di asana chiari e precisi, Rameshji ci ha sistemato ogni singolo dettaglio. Piede disteso o a martello? Alza la gamba, gira la punta, guarda dall’altra parte. Finita la parte in piedi della pratica (che ci sembra sempre infinita) tutto sembra più leggero, anche se in realtà ci muoviamo da un allungamento in avanti a un arm balance uno dietro l’altro. Arrivati a koundinyasana mi rendo conto di essere più simile a uno spinone che a un essere umano. Grondo di sudore e i capelli mi si sono divisi in ciocche fradice. Nonostante tutto il mio corpo è morbido e riesco a fare Krishnasana dopo un bel po di tempo che non ci riuscivo per le gambe rigide. Arrivati agli inarcamenti si gira e mi sorride (sa quanto odi questi asana): discount! Olè si salta la serie degli inarcamenti e passiamo direttamente a Sethu Bandha Sarvangasana, Urdhva Dhanurasana, Eka Pada Dhanurasana e Suota Dandasana. Chiudiamo con le solite evoluzioni in sirsasana: gambe distese, in baddha konasana, in garudasana, in upavistha konasana e urdhva dandasana. Senza mai scendere ovviamente.
Questa mattina ci toccano gli inarcamenti. Gli effetti della pratica di ieri sera, a livello mentale, si fanno ancora sentire. Sono pronta a vedere quello che succederà. Nessuna rabbia, tante risate… e versi. È incredibile cosa si possa fare con una sedia e due cuscini. La conclusione si Rameshji è che non sono tagliata per gli inarcamenti per cui è meglio che io non insista per evitare di farmi male. La cosa mi porta un sollievo inaspettato.
Voi che siete insegnanti dovete trovare la vostra felicità nella riuscita dei vostri allievi. Guardate me, io non pratico più, non potrei più con questa pancia. 😂😂😂
Quest’uomo è un vero mito e durante il nostro lavoro sugli inarcamenti siamo riusciti a praticare e sbudellarci ridendo come matti.
Durante l’ora di filosofia parliamo di caste e della situazione passata e attuale dell’India. Da un discorso all’altro Sheetal arriva a parlare di Buddha e ci racconta questa storia meravigliosa:
Un giorno una madre si presenta dal Buddha per chiedere aiuto. Il figlio ha l’abitudine di mangiarsi le unghie e lei vorrebbe farlo smettere ma lui non le da ascolto. Il Buddha le chiede di portare il ragazzo dopo 15 giorni. La donna, un po’ stupita, aspetta i 15 giorni. Al quindicesimo giorno si presenta col figlio dal Buddha, che, guardando seriamente il ragazzo, gli dice di non mangiarsi le unghie. Il ragazzo promette di non farlo più e il Buddha li congeda. La donna è sbigottita e chiede spiegazioni: come mai ha dovuto aspettare 15 giorni? Il Buddha la guarda sorridendo: poichè anche io ogni tanto mi mangio le unghie ho avuto bisogno di questo tempo per smettere, prima di dire a un’altra persona di farlo.
Nonostante il clima pessimo (diluvia anche oggi) siamo allegre. Rameshji ci propone di mandarci una macchina per andare a vedere un ashram. Rimaniamo in casa ad asepttare ma dopo due ore e mezzo ci arriva il messaggio che l’autista, che aveva già detto di essere partito per venire a prenderci, non potrà venire. Poco male. Decidiamo di uscire e andare a visitare il palazzo di Mysore, che avevo snobbato l’anno scorso. Continua a piovere, più che in tuk tuk sembra di andare in motoscafo. Mentre sfrecciamo per la città ci arrivano schizzi di acqua e fango. Non appena entriamo nei giardini del palazzo, bellissimo già da fuori, comincia a diluviare, così decidiamo di entrare. Gli interni sono veramente stupendi. I pavimenti e i muri sono ricoperti di piastrelle colorate che formano figure geometriche. La prima sala ha un soffitto fatto di vetrate che ricorda tanto lo stile liberty. Guardando estasiata le figure scorgo un bellissimo pavone: ecco Mayura! Proseguiamo il giro. La parte più bella del palazzo è al primo piano. Una serie di stanze piene di colonne dai colori sgargianti (turchese, oro, rosso) si susseguono conducendoci nella sala principale, quella dove il re si presenta alla folla. Si tratta di una stanza enorme, fatta a palcoscenico. Di fatto è un’enorme balconata che si affaccia sul piazzale principale. I tre lati della stanza sono ricoperti di nicchie e loggioni, sembra di essere in un teatro. Il soffitto è bellissimo, affrescato con medaglioni dove compaiono la Trimurti ( Brahama, Vishnu e Shiva) accompagnati da Chamundi, la dea di Mysore e della famiglia reale. Altri medaglioni riportano, invece le figure dei 10 avatar di Vishnu (dashavatar) e le costellazioni (ancora pianeti!). Esco dal palazzo con gli occhi pieni di bellezza e il cuore di serenità.
Finita la visita culturale decidiamo di andare a fare merenda. Saltiamo su un tuk tuk e ci facciamo portare da Mahalakshmi dove finalmente possiamo gustarci un meraviglioso Rasamalaj. Già che siamo lì ci prendiamo una scatola di dolcetti e qualche samosa. Che meraviglia!