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Lo scorso week end sono stata a Colonia, al seminario di Meghan Currie. Quando ho visto per la prima volta Meghan praticare, in un video che mi è comparso per caso su Facebook, sono rimasta incantata. La facilità e la fluidità con le quali passa da un asana all’altro é sorprendente. Un morbido fluire senza spigoli o interruzioni, sull’onda di un’energia palpabile e visibile che la porta da un handstand a un inarcamento come fossero i movimenti più naturali da eseguire. Nella sua pratica ho visto da subito il suo cuore morbido e denso. Meghan è come quei muffin che al loro interno contengono il triplo cioccolato. Puoi fermarti all’aspetto esteriore e immaginare che sia quello, magari anche un po’ gnucco e stucchevole, uguale a se stesso dentro come fuori. Oppure puoi decidere di avventurarti e assaggiarlo per scoprire che il contenuto è ancora meglio di quello che si vede da fuori.
La sua pratica fisica è tosta, sfidante, a tratti faticosa ma la chiave di lettura che ti consegna in savasana è il vero tesoro nascosto che ti si schiude davanti solo se sei disposto ad affidarti e ad ascoltare.
Sono stati tre giorni di serena scoperta ( o forse riscoperta ) di me stessa che si sono chiusi con un ultimo savasana nel quale, per la prima volta nella mia vita in questo asana, ho sentito una risata partire da dentro e farsi strada prepotentemente gioiosa. L’ho trattenuta solo per pudore. Forse avrei dovuto farla andare ma quel senso di gioia legato a una nuova scoperta e una nuova meta me la sono portata dietro. E vivo ancora in questa bolla di felicità.