Da un po’ di tempo nella mia mente continua a rimbalzare la parola downshifting.
Mi ci si sono imbattuta quasi per caso, navigando in rete. Ammetto la mia ignoranza, fino a poco tempo fa non mi ero resa conto che si trattasse di un fenomeno di questa portata. Ma andiamo con ordine.

Cos’è il downshifting?


Si tratta, ovviamente di un termine mutuato dal mondo anglosassone, che indica la scelta, da parte di lavoratore, in particolare professionisti, di diminuire volontariamente il proprio salario a fronte di una diminuzione di ore e impegno di lavoro e a favore di una migliore qualità di vita, più dedita a tempo libero, famiglia e interessi.
Pensandoci è un po’ quello che abbiamo fatto Max e io quando ce ne siamo andati dal nostro posto di lavoro fisso, ben pagato, ma che ci costava troppo in termini di colite (almeno a me), nervoso e NOIA MORTALE per buttarci nella nostra avventura.
Non so come sarebbe andata se fossimo rimasti là. Ma so com’è andata andandocene: abbiamo quasi 4 figli con i quali riusciamo a stare, bene, passando del tempo di qualità.

La lentezza

Alla base del downshifiting la consapevolezza dell’insostenibilità di ritmi di vita troppo veloci, a livello sociale e personale e una rivalutazione del concetto di lentezza, vista come modalità per fare meglio le cose e recuperare il lato emotivo del fare. Passo sicuramente non facile da compiere, abituati come siamo a correre e a riempirci il tempo libero di compiti da eseguire e “cosa da fare”.
Una figura di downshifter che mi piace citare come esempio è quella che viene odiosamente chiamata spesso il MAMMO. Come se fare il padre in modo affettuoso e impegnato fosse uno snaturare il proprio essere uomo. I mammi altro non sono che padri che hanno deciso di ridimensionare il peso del lavoro nella propria vita a favore di una maggior presenza familiare.

Mi piace questo concetto, mi piace l’idea, ma da dove partire? Andremo avanti su questo argomento. Una puntata alla volta. Intanto noi, in vista della nuova nascita e della necessità di cambiare macchina, stiamo valutando la possibilità di vendere quella che abbiamo e di non prenderne un’altra ma di usufruire del servizio di Car Sharing… Riusciranno i nostri eroi?