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Negli Yoga Sutra si dice che la nostra vera natura consiste in 10 caratteristiche  della bontà. A guardarsi intorno, onestamente, si fa un po’ fatica a crederlo: rabbia, gelosia, invidia, avidità e odio sono sentimenti che, purtroppo, popolano le nostre giornate, dentro e fuori di noi. Yama e Niyama sono i 10 precetti etici, esteriori e interiori, che dovrebbero regolare il nostro modo di rapportarci con gli altri e di conoscerci meglio come persone. Più che precetti, tuttavia, mi piace pensare a Yama e Niyama come uno specchio di come potremmo essere.

 

Parleremo dei 5 Yama e dei 5 Niyama più avanti, trattandoli uno alla volta. Ora vorrei invece soffermarmi sul loro valore nella vita di tutti i giorni partendo da un frase di Italo Calvino.

E’ chiaro che oggi viviamo in un mondo di non eccentrici, di persone la cui più semplice individualità è negata, tanto sono ridotte, a una astratta somma di comportamenti prestabiliti. Il problema d’oggi non è ormai  più della perdita d’una parte di se stessi, è della perdita totale, del non esserci per nulla.

Praticare Yoga nella sua pienezza significa non solo annodarsi sul tappetino o stare a testa in giù (divertiamoci anche un po’, che diamine!) ma anche seguire ed essere fedeli alla nostra natura più profonda per raggiungere la nostra completezza esistenziale attraverso una “ardua e riduttiva disciplina volontaria”.

Ieri, riflettendo sul video del giovedì che vorrei proporre per domani, il cui argomento saranno le inversioni, ossia le posizioni a testa in giù, mi son ritrovata a riflettere sul modo che ognuno ha di guardare il mondo, sul ruolo che ci si attribuisce contro il ruolo che ci viene attribuito dagli altri. E mi è venuto in mente Il barone rampante, di Italo Calvino, appunto. La scelta di Cosimo di andare a vivere sugli alberi, cambiando la propria prospettiva e auto-imponendosi una ferrea regola, quella di non mettere mai più piede a terra, che manterrà fino alla fine dei suoi giorni, in questo senso assume un nuovo valore. La sua scelta, lungi dall’essere una fuga dalla realtà, come a volte potrebbe apparire la scelta di praticare Yoga, è quella di un uomo che partecipa alla vita dei suoi tempi, consapevole che “per essere con gli altri veramente, la sola via era d’essere separato dagli altri”.