Questa mattina Silvia, impietosita dal sonno che ho mostrato negli ultimi giorni, ha deciso di regalarmi qualche ora di riposo in più e così di è alzata per portare i bambini a scuola al posto mio.
Quando mi sono alzato come di consueto sono entrato nella mia adorata doccia formato spogliatoi da squadra di calcio (2mtx2mt) e mi sono accorto che c’era qualcosa di diverso, di più profondo nella meravigliosa sensazione distensiva che già normalmente la doccia mi provoca.
Così ho notato che il fatto di non dover fare quelle azioni di routine che compio tutte le mattine subito dopo il sacro momento dei lavacri, ha sciolto qualcosa di profondo nel mio sistema neurovegetativo, rendendomi più ricettivo verso l’effetto magico dell’acqua. L’acqua, non c’è bisogno di dilungarsi su questo tema, ha delle proprietà (riconosciute e non) a dir poco magiche sul nostro corpo e sulla nostra psiche, ci rilassa profondamente quando possiamo galleggiare sulla sua superficie, ci dona energia quando scorre forte e fresca sulla nostra pelle, rende armoniosi i nostri pensieri e rasserena le nostre emozioni quando ci immergiamo nel suo caldo abbraccio, in breve riesce a distendere qualunque tensione, sia essa fisica o emotiva. Il suo è un contatto salvifico una vera e propria panacea.
Ho pensato quindi di dedicare nel mio programma settimanale di attività yogica uno spazio all’acqua che non sia solo funzionale al prepararsi a qualcos’altro che viene dopo ma che sia un momento interamente dedicato al rapporto con l’acqua e ai suoi magici effetti.