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La parola asana è un termine sanscrito che indica, nello Yoga, le posizioni che si assumono durante la pratica.
Deriva dalla radice verbale AS che significa sedersi, restare, essere presente, esistere ma anche celebrare, fare qualcosa in modo continuo e senza interruzione. Soffermandoci un attimo su questo elenco di significati ci accorgiamo di come il termine postura o posizione non renda assolutamente tutte le accezioni e le caratteristiche proprie di un asana. Asana è una posizione che si assume nella quale, tuttavia, occorre essere presente, con il corpo e con la mente, celebrando l’unione tra corpo, mente e spirito. E soprattutto asana è praticare yoga in modo continuo, senza interruzione, anche fuori dalla pratica canonica.

Il sanscrito è una lingua molto antica e, anche proprio per questo, molto complessa. Il suo alfabeto contiene circa 50 lettere e ha tre generi: maschile, femminile e neutro. In italiano il genere neutro è andato perso ma ci sono lingue moderne che lo possiedono ancora. È il caso dell’inglese IT per esempio.
Il termine asana è neutro. In italiano il neutro, per convenzione, si traduce al maschile. Un asana dunque, non un’asana. Poiché la parola asana termina con la vocale A, in italiano spesso viene considerato un termine femminile ( uno po’ come il termine ECO, che terminando per O viene spesso trattato come termine maschile).
Per quanto riguarda la pronuncia, l’accento va sulla prima a, non sulla seconda: àsana, non asàna. E la S si legge come in sole, non come in asino.